mercoledì 23 novembre 2011

Marvin Gaye, #1 in hip-hop fashion

Come iper appassionata di moda, non posso perdermi di certo questo!!!

Quanto ce n’è da dire sulla moda dell’hip-hop? Su questo comodo modo di vestire e su questo stile di vita?

Dovevo pur iniziare da quanche parte…e come fare se non partire da lui, il pioniere delle tute, delle magliette, dei pantaloncini e delle scarpe da ginnastica.
In realtà non ci si aspetta proprio che un uomo come lui             -------->>>>




possa essere diventato pioniere di questo modo di vestire così sportivo.
Invece si, se lo collochiamo a fine anni '60. Stufo del suo essere sempre stretto in abiti eleganti e scomodi, decide di dare una svolta alla sua vita dicendo stop alla cravatta e iniziando ad indossare vestiti completamente diversi!


Guardatelo poco tempo dopo:




Ed ecco che in poco tempo il suo modo di vestire diventa un modello da seguire. Un sacco di persone intorno a lui iniziano ad imitarlo. Da qui dunque, parte la moda del baggy style, cioè quella dell'indossare i pantaloni larghi.

Insieme a Marvin Gaye, c’era la tendenza nel bronx di ny e nelle periferie di Los Angeles, ma più in generale dei quartieri più poveri delle grandi città, di riciclare i vestiti tra i fratelli. La povertà era una piaga molto grande nelle periferie delle città più industrializzate, i vestiti rappresentavano il superfluo e quindi si passavano tutti gli abiti di fratelli in fratelli. Spesso dunque pantaloni, maglie e non solo risultavano larghe per colpa delle diverse corporature, o semplicemente perchè ai più piccoli stavano grandi i vestiti di chi li aveva in precedenza indossati.
Proprio da Marvin Gaye quindi, e da una realtà di povertà assoluta, partì la moda hip-hop che conosciamo oggi.

Negli anni '80 tuttavia l'hip-hop inizia a diventare un fenomeno di massa, e lo stile nel modo di vestire diventa fondamentale!
Nel bronx ad esempio lo stile più figo era il "black cool". Non potevano mancare quindi i tipici cappellini della Kangol ricoperti di pelliccia per l'inverno e di tela invece per l'estate. Il tutto veniva rifinito da scarpe Puma ma ancora meglio Adidas, impermeabili, catene e tutto ciò che di più vistoso c'era nel mercato, come le cinture con fibbie da sfoggiare alla grande!

Questo stile chiamato appunto "black cool" venne espresso al massimo livello da un gruppo che rappresenta uno dei capisaldi della old school: i Run Dmc. Con loro è la prima volta che l'hip hop raggiunge il milione di copie vendute e diventa una vera e propria moda.
Essi, oltre ad optare appunto per vistosi impermeabili, catene al collo e fibbie improbabili, lanciano l'uso delle adidas senza lacci (stile poco raccomandabile dato che fu preso dai penitenziari dell'epoca in cui era vietato legare le scarpe con i lacci).





Da qui, i Run DMC disegnarono una linea di scarpe per l'Adidas, e contemporaneamente mandarono fuori la canzone "My Adidas" facendo entrare nelle case l'hip-hop oltre che come cultura e modo di vivere, come un vero e proprio fenomeno di costume.


Il fratello di uno dei membri dei Run DMC, Run appunto, intraprese in futuro anche la creazione dell'etichetta Phat Farm.

A questo proposito, negli ultimi anni '80, Karl Cani, decise di fare dei vestiti appositamente per l'urban street wear, e fondò la sua etichetta, la Karl Kani, aggiungendo una K al posto della C del suo vero cognome. Ecco quindi che nasceva la prima etichetta fashion apposita per l'hip-hop.
Da Karl Kani nascono quindi nuove etichette come Fubu, Mecca, Ecko...
In seguito a questo fenomeno assistiamo alla creazione di etichette di vestiti anche da parte degli artisti hip hop come Jaz-Z, Wu-Tang Clan e altri.

Negli anni '90 continua la moda del baggy, portato senza cintura come i carcerati dell'epoca a cui era proibito indossarla. In questo modo quindi i pantaloni scendevano e risultavano più morbidi.
Lo stile degli anni '90 richiedeva maglietta bianca, camicia di flanella, converse all star. La danza quindi era anche più facile con questi vestiti comodi. Anche skater e altri (donne comprese) quindi, per comodità, optarono per questo look street.
Per le donne però con l'avanzare degli anni '90, lo stile diventa molto più raffinato e si rifà alle sfilate dei grandi stilisti grazie al fondamentale apporto di Aalyah e Lauryn Hill. Marchi come Tommy Hilfiger, Ralph Lauren, Donna Karan, Nautica e Calvin Klein erano irrinunciabili nei guardaroba dei veri rappers.

Nella scena dell'hip-hop del giorno d'oggi voglio ricordare 3 icone fashion: Pharrel Williams, Andre 3000 e Janelle Monae...li adoro!!!


Pharrel Williams in tenuta sportiva
Pharrel Williams in tenuta in stile collegiale

Andre 3000 ed il suo stile unico!

Janelle Monae...non servono commenti!


Con questo, credo che al giorno d'oggi non ci sia un vero modo di vestire l'hip-hop, una persona deve semplicemente sentirsi a proprio agio con i vestiti che indossa. Per la mia piccola esperienza, ed essendo passata per la moda hip-hop anni '90 con dei baggy abnormi e canotte iper attillate, per aver poi optato per uno stile più skater verso i 18 anni, oggi come oggi mi sento a mio agio in abiti molto più stretti, femminili e anni '80...


Alla fine l'hip-hop è un insieme di un sacco di cose, no? L'importante è sempre essere se stessi, nonostante le mode!!




Eleonora

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